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Una storia del Friuli vista dal basso, con gli occhi di chi ha lavorato, sofferto e lottato.
Dalla caduta del fascismo al “miracolo economico”: passando per la Resistenza, la ricostruzione, le ultime lotte per la terra e le prime per i diritti delle donne, la sconfitta dei movimenti contadini e doperai e la grande emigrazione, la fase dell’industria tayloristica e l’inizio dello sviluppo consumistico. Fino all’evento che sintetizza le contraddizioni dell’epoca: il “genocidio dei poveri” sul Vajont.
 


 
Gian Luigi Bettoli.
Cooperatore sociale da più di trent’anni, è presidente di Legacoopsociali nel Friuli Venezia Giulia. Prima, aveva fatto una decina di lavori, più o meno precari: postino, insegnante di musica, impiegato, animatore di centri per l’infanzia, bigliettaio in une cineclub, operaio, correttore di bozze e compilatore di questionari.
Prima di svolgere il servizio civile in un comune terremotato della montagna friulana, aveva passato l’inverno del 1980 in Irpinia, dopo quel terremoto.
Pacifista, è stato per un mese responsabile di un campo profughi in Bosnia. A lungo impegnato politicamente, a titolo rigorosamente gratuito.
Nel frattempo, è riuscito pure a laurearsi in Storia. I tre volumi della tesi - “Una terra amara”, sulle origini del movimento socialista, sindacale e cooperativo in Friuli - sono stati pubblicati dall’Ifsml. Si occupa di storia del movimento operaio e di studi sulla cooperazione.
 
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