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Ho concepito questo breve romanzo come un mio omaggio ad Antonio Tabucchi.
L'India mi è piaciuta fin dal primo contatto ed ho subito avuto voglia di raccontare le mie esperienze, sia di parlare di quell'universo di murti, manifestazioni simboliche, che è l'induismo.
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Per questo libro ho visto ma anche letto molto, ma alcuni testi mi sono risultati davvero importanti: Notturno indiano di Antonio Tabucchi; Mosè l'egizio di Jan Assmann; Il germe d'oro di F.D.K. Bosch; Ka, La rovina di Kasch e L'ardore di Roberto Calasso; Un Natale a Ceylon di Guido Gozzano e le opere di Pierpaolo Di Nardo.
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L'idea di un vecchio professore italiano che ritorna in India a cercare ultime ma fondamentali risposte mi è venuta nel corso di un viaggio a Madurai, nel marzo del 2017. Ho subito iniziato a prendere appunti. Poi, col vero e proprio lavoro di scrittura, la struttura di questo breve romanzo si è andata arricchendo di giorno in giorno ed ha richiesto sempre nuove letture. Avendo davanti quegli appunti ho cominciato a scrivere in Italia, a Pordenone, ma la grande parte del lavoro l'ho compiuto sull'isola di Symi, nel Dodecanneso, ospite di cari amici.
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Riprendendo un pensiero di Benjamin Ascoli, se anche solamente una ragazza o un ragazzo, completata la lettura di questo mio breve libro, venisse preso dalla voglia di studiare davvero temi che qui ho inteso solo accennare e senza alcuna pretesa di scientificità, allora me ne riterrei soddisfatto, il mio impegno ripagato.

Namasté.

(estratto da Nota dell'autore)






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