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Il titolo non vi sembri maccheronico: è stato estrapolato da un documento udinese del 1510 (rave per fare la sbrovata cum la trappa) perché testimonia, in modo incontestabile, che la brovada si faceva con le rape e con la trape. Bella scoperta! Dirà qualcuno. Sì, è una bella scoperta perché siamo stufi delle tante fanfaluche che si raccontano cui cibi e sui vini friulani. Noi ci basiamo sui documenti e sulle testimonianza raccolte direttamente dalla viva voce del popolo. È un metodo poco redditizio, ma molto gratificante.
La prima parte del libro è dedicata alla rapa, diffusissima in tutta Europa fintantoché non fu scalzata dal tubero sudamericano che è più nutriente e che ha un più grato sapore.
In Friuli, dove peraltro ci siamo ingegnati ad utilizzare anche le foglie delle rape, abbiamo inventato un bel modo per conservare queste radici migliorandone gli aspetti sensoriali: metterle nella trape. Ed ecco la brovada a cui è dedicata la seconda parte di questa pubblicazione nella quale il prof. Enos Costantini, noto studioso di tematiche legate alla civiltà contadina e fecondo divulgatore, ha raccolto tutta una serie di testimonianze scritte e orali, avvalendosi inoltre di interessanti documenti d’archivio. Con queste variegate tessere egli ha ricostruito un armonico mosaico fatto di opere e di giorni in cui può ben riconoscersi la gente friulana che vi ha interagito per secoli.

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