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Ombre, ombra, l'equivalente del non esserci, il mondo altro che non puoi conoscere o vedere. Ma è proprio vero? Forse no, perchè l'ombra si genera nell'incontro della luce con un solido, cosa o corpo che sia.
Quando la luce esagera, la materia scompare: immagini vacue popolano la scena di un mondo sotto i riflettori. Per questo l'ombra, intesa come luogo, resta l'unico spazio concreto nel quale le cose reali e i corpi singolari sono costretti a rifugiarsi per ritrovare autenticità e vita.
E a noi, che nel "praticamente vero" abbiamo scelto di vivere ed operare, non resta altro che cercare nell'ombra la realtà dell'esistere.
Entriamo in punta di piedi in questo spazio, per riprenderci la verità e la materialità che qui si è nascosta.
Ritroveremo il piacere di ridere della goffaggine e dell'inadeguatezza della normalità della vita.
Assunta Signorelli
psichiatra basagliana
opera a Trieste