olmis

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Scrive Borges che le esperienze si trasmettono "prescindendo dalla loro veridicità, perchè l'oblio e la memoria sono inventivi". Un giovane maestro, totalmente immerso nella vasta corrente della cultura moderna, arte letteratura politica, viene mandato come primo incarico d'insegnante elementare in un paesino perduto fra i monti della Carnia privo di strade e d'elettricità.
Il contatto con questa straordinaria comunitò di villaggio in via di dissoluzione per il cupo impatti con il sistema mondo, genera un corto circuito creativo nel maestro che vive in una sorta di schizofrenia fra l'andare in città e il salire e ridiscendere nella vallata dove persiste una felice innocenza nei bambini della pluriclasse su cui dovrebbe esercitare la forza dell'educazione dello Stato e da cui assorbe invece il morente spirito di un modo di vita che non è ottusa utopia ma armonico adattamento al ritmo imposto dalla natura.
Con un'ossatura autobiografica la storia ripercorre la distruzione delle piccole comunità e la perdita delle illusioni sul mondo grande e terribile.
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