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La pubblicazione presenta un quadro documentato delle vicende più significative vissute da Tricesimo durante l'anno dell'occupazione. Le tematiche affrontate sono distinte tra loro ma tutte collegate all'occupazione.
Provocato dalla eco della rotta di Caporetto, il lavoro si apre con il pesante dilemma "restare o partire" proposto dapprima dal tricesimano don Giacomo Mansutti e poi, in particolare, da Luigi Corte nel diario che egli ha intitolato, Memorandun correntemente in Lingua latina Memorandum, "da ricordare".
Segue la trattazione sull'operato del sindaco Giacomo Boschetti imposto dai Germanici per aprirsi poi con due tematiche di rilevante importanza sociosanitaria: la presenza dei Profughi del Piave (provenienti in buona parte da Colbertaldo frazione di Vidor/Treviso) e le epidemie di tifo e di vaiolo (con quest'ultimo che ha costretto gli occupanti a porre Tricesimo in quarantena dal primo agosto al 27 settembre 1918). E, ciliegina sulla torta, l'esplosione della febbre "spagnola".
L'aggiunta di un Corollario finale è funzionale alla raccolta di una serie di risvolti dell'occupazione: profughi tricesimani in Italia, schede di censimento di famiglie tricesimane chiamate a definire il proprio ruolo di profughe e, infine (anche se sforante cronologicamente) il "cenacolo" di Borgobello che ebbe come protagonisti Giuseppe ed Emilio Girardini in una con Emilio Nardini. Cenacolo che contribuì non poco a tratteggiare il volto di Tricesimo e quello della cultura friulana.












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