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A partire dal Quattrocento gli eruditi della Patria del Friuli andarono alla ricerca della città scomparsa di Caelina, menzionata da Plinio il Vecchio.
Uno dei momenti più singolari di tale vicenda fu la produzione, collocabile tra il penultimo e l'ultimo decennio del secolo, di due falsi epigrafici contenenti il primo la celebrazione di C. Hostilius e P. (o L.) Egnatius Veitor, il secondo quella di C. Virginius, tre giovani che l'elaboratore di testi riferisce all'antico centro della Venetia orientale (identificato con Maniago), attribuendo loro un'eroica morte in battaglia. Ideati, forse, dall'umanista Nardino Cellinate, gli pseudo-epitaffi rivelano dei contenuti politici molto spiccati, che dipendono dalla situazione determinatasi nella Patria in seguito alla conquista veneziana del 1420. La fortuna dei due documenti, "migrati" poi anche in altre località (da Celje a Gorizia), continuò fino al principio dell'Ottocento.