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Scrivere un libro è come allevare un bambino.
Cominci con l'immaginartelo, poi inizi a dargli forma e contenuto, lo nutri con la tua curiosità, lo accerezzi con lo sguardo, lo curi perchè vuoi che dia il meglio di sé. Perchè acquisti ricchezza e spessore lo condividi con chi, come te, ama le parole che raccontano storie di saperi antichi, storie che danno voce e corpo a donne e uomini che hanno lottato con tenacia e dignità per la propria sopravvivenza.
Desideri preservare il ricordo dell'immane lavoro di chi ha vissuto in un territorio spesso avaro e crudele, adoperandosi con il proprio intelletto e le scarse risorse a disposizione, e pur lo ha fatto gioiosamente, con semplicità. Quando poi il lavoro giunge al termine, ed il libro è ormai pronto a camminare da solo, fatichi un po' a lasciarlo andare; speri solo che, girando di mano in mano, possa donare attimi di gioia e meraviglia.
Desideri che, sfogliando le sue pagine, qualcuno si emozioni, si ritrovi tra le righe, viva nuove esperienze dentro abiti o mani altrui, quasi fosse possibile una sovrapposizione attraverso lo spazio e il tempo.