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C'è indubbiamente un "prima" e un "dopo" del Friuli, rispetto a quel 1976: un "prima" in cui il più tardivo agire del "miracolo economico" non aveva impedito deformazioni e stravolgimenti; o meglio, un modificarsi della fisionomia, del modo di essere del Friuli che rendeva sempre più malinconici e spaesati i sopravviventi araldi del nostro passato. Deformazioni e stravolgimenti non solo friulani: le pagine di Nimis sulla "Gemona di mezzo" fra il centro storico e la statale (la "città del caos") possono essere lette anche come metafora dell'Italia degli anni sessanta e settanta. E come indicazione di un vincolo quasi insormontabile: il degrado urbanistico non l'aveva creato il terremoto, annota Nimis, il dopo-terremoto non lo poteva dissolvere.
Guido Crainz
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