olmis

Vai ai contenuti
info > menocchio
...ho ringraziato Mario per aver tenuta aperta, con la sua instancabile attività di free-lance giramondo, la impervia strada del reportage giornalistico in decenni difficili per l'informazione... e facendo della fotografia un viatico per conoscere il mondo e la sua gente in un'epoca sempre più tesa alla mercificazione dell'immagine.
Uliano Lucas

Dondero stravolge le abitudinarie leggi della rifrazione perchè il suo apparecchio non è una semplice macchina tecnologica, ma un mezzo di comunicazione personale, un accumulatore organico, la verga di un rabdomante che a volte parla senza nemmeno avere il bisogno di una pellicola da impressionare.
Luca Villoresi

E' nell'intrattenimento che Dondero sorprende. Conosce la leggerezza della conversazione. Conosce il ritmo della parola. Le pause. E' cortese e piacevole. La semplicità è il risultato di un percorso più che un inizio... bisogna essere leali, sinceri e generosi diceva Mario.
Antonio Gnoli

La generosità è l'antenna, il radar, che ha impedito a Mario di andare a finire contro il muro. Gli è capitato di finire nelle galere dei suoi amati rivoluzionari, per un po' di tempo, ma non ha mai cessato di amarli. Non ha mai tolto loro il sorriso. C'è qualcosa di mistico.
Bernardo Valli
Mario Dondero è uno dei fondatori del fotogiornalismo italiano e la memoria storica di questi nostri ultimi 60 anni di vita politica e culturale.
Ancora giovanissimo, già partigiano nella Brigata Cesare Battisti in Val Dossola, nell'aprile del '45 scende dai monti e decide che la sua strada dovrà essere quella del giornalismo.
Si accampa a Milano condividendo uno spazio, ma anche un solo paio di scarpe buone per le "grandi" occasioni, con Ugo Mulas.
Dondero e Mulas diventeranno i due protagonisti del libro di Luciano Bianciardi "La vita agra".
Assieme frequentano il Giamaica, mitico bar di Brera e incontro, negli anni '50 dell'allora elite scapigliata milanese formata da scrittori, artisti, giornalisti e fotografi: da Piero Manzoni a Camilla Cederna, da Alfa Castaldi a Enrico Castellani, Carlo Bavagnoli per citarne solo alcuni. E molto altro.
Torna ai contenuti